Core Web Vitals (LCP, FID, CLS) sono metriche chiave di esperienza utente che Google utilizza come segnali di ranking dal 2021.
Offrire un sito veloce e stabile non solo migliora il posizionamento, ma riduce anche il bounce rate e incrementa conversioni e vendite, come ampiamente dimostrato nello studio “Milliseconds Make Milions” di Google e Deloitte.
In questa guida tecnica esamineremo strategie avanzate per ottimizzare LCP, CLS e FID, con esempi reali e consigli SEO specialistici.
Approfondimento tecnico sulle prestazioni Web
Le metriche Core Web Vitals definiscono soglie precise di performance. La tabella seguente riassume i valori che Google considera “buoni” (Green), “da migliorare” (Yellow) o “scadenti” (Red) per ciascuna metrica:
Metrica | Good (Buono) | Needs Improvement (Da migliorare) | Poor (Scarso) |
---|---|---|---|
Largest Contentful Paint | ≤ 2,5 secondi | 2,5–4,0 secondi | > 4,0 secondi |
First Input Delay | ≤ 100 ms | 100–300 ms | > 300 ms |
Cumulative Layout Shift | ≤ 0,1 | 0,1–0,25 | > 0,25 |
I siti dovrebbero mirare a restare nella zona “Good” per almeno il 75% delle visite degli utenti, soglia adottata da Google per valutare le prestazioni reali.
Vediamo ora in dettaglio come ottimizzare ciascuna metrica e quali errori evitare.
Ottimizzare Largest Contentful Paint (LCP)
Il Largest Contentful Paint (LCP) misura in quanto tempo viene visualizzato l’elemento più grande della pagina (es. un’immagine hero o un blocco di testo) dal momento in cui l’utente richiede la pagina
Un LCP rapido (<= 2,5s) è cruciale per dare subito all’utente la percezione di un caricamento veloce
Migliorare LCP richiede un’ottimizzazione olistica di tutta la catena di caricamento
Ecco alcune strategie avanzate:
- Ottimizzare il server e la rete (TTFB): Riduci al minimo il Time to First Byte, ad esempio usando una CDN che avvicini i contenuti agli utenti. Anche un moderato miglioramento del TTFB (es. caching lato server, server più performante) può incidere significativamente sul LCP. Servire contenuti statici cacheable e utilizzare HTTP/2/3 aiuta ad abbattere la latenza iniziale.
- Renderizzare lato server il contenuto critico: Fornisci nell’HTML iniziale gli elementi LCP. Il rendering server-side dell’elemento principale (SSR) evita di dover aspettare l’esecuzione di JavaScript sul client per generarlo. Ad esempio, Vodafone ha migliorato l’LCP del 31% implementando SSR per l’HTML critico e riducendo JavaScript render-blocking.
- Prioritizzare e precaricare le risorse LCP: Assicurati che l’elemento LCP sia scoperto immediatamente dal browser. Inserisci direttamente l’immagine o il blocco maggiore nel codice HTML invece di generarlo in ritardo via JS. Evita attributi non standard come
data-src
sulle immagini principali, che richiedono JS per il caricamento. Usa<link rel="preload">
per risorse LCP (immagini, font) se sono referenziate in CSS/JS esterni. Inoltre, l’attributo HTMLfetchpriority="high"
sull’immagine LCP segnala al browser di scaricarla con alta priorità. - Eliminare i ritardi prima del caricamento dell’LCP: Uno studio Chrome ha rilevato che in molte pagine con LCP scarso, il browser attende ~1290 ms (75° percentile) prima di iniziare a caricare l’immagine LCP. Ciò avviene se l’immagine è bloccata da CSS o JS. La Critical Rendering Path va ottimizzata: carica prima CSS essenziali e deferral di script non critici, così l’immagine LCP parte prima possibile. In pratica, rimuovi risorse render-blocking (CSS/JS) o suddividile, e carica inline o in testa solo lo stile critico necessario per il primo render.
- Ottimizzare l’elemento LCP stesso: Comprimi e ridimensiona le immagini di hero in modo adeguato (usa formati next-gen come WebP/AVIF)web.dev. Imposta dimensioni responsive (
srcset
/sizes
) per evitare download più grandi del necessario. Se l’LCP è un blocco di testo, isola e carica rapidamente il CSS che lo riguarda (critical CSS) così che il testo sia visibile subito. Prefetch DNS e connessioni verso domini necessari (font, API) prima dell’uso per risparmiare tempo. Ogni millisecondo risparmiato nel caricamento dell’elemento principale contribuisce a migliorare l’LCP. - Navigazioni istantanee: Per pagine multi-step, valuta tecniche di prerender. Il back/forward cache (bfcache) dei browser permette di caricare istantaneamente pagine già visitate dal cache in memoria – assicurati che le tue pagine non lo disabilitino (evita header
no-store
o listenerunload
) così da beneficiare di ritorni immediati. Inoltre, strumenti sperimentali come lo Speculation Rules API consentono di prerenderizzare in anticipo la pagina successiva più probabile, ottenendo LCP quasi azzerati per la navigazione successiva (richiede però una predizione affidabile delle intenzioni dell’utente). Queste tecniche avanzate possono superare i limiti fisici della rete, caricando contenuti prima che l’utente li richieda.
Ottimizzare Cumulative Layout Shift (CLS)
Il Cumulative Layout Shift (CLS) quantifica la stabilità visiva di una pagina, misurando quanto il layout si sposta inaspettatamente durante il caricamento. Un’esperienza ottimale richiede un CLS inferiore a 0,1.
Per minimizzare gli shifts (spostamenti) bisogna agire su come vengono allocati spazi e caricati i contenuti:
- Dimensioni esplicite per immagini e media: È fondamentale riservare lo spazio necessario a immagini, video o embed prima che vengano caricati. Inserisci sempre gli attributi
width
eheight
negli<img>
(o usa CSS conaspect-ratio
) in modo che il browser possa calcolare lo spazio da occupare. Senza dimensioni, l’immagine inizialmente ha altezza 0 e quando arriva fa slittare i contenuti in basso. Impostando ad esempio un box 16:9 per un video o immagine, il layout resterà stabile mentre il file si carica. Ove non sia possibile conoscere esattamente la dimensione (contenuti dinamici), meglio definire un min-height prudenziale per il contenitore piuttosto che lasciare altezza auto (0px). - Riservare spazio per contenuti terzi (annunci, embed): Pubblicità e widget esterni sono spesso causa di spostamenti improvvisi. La best practice è allocare uno spazio fisso (es. un div con altezza specifica) per gli annunci, in modo che, se e quando vengono caricati, non alterino il layout circostante.
- Caricamento progressivo prevedibile: Evita di inserire dinamicamente contenuti sopra quelli già mostrati. Se uno script deve aggiungere un banner o un modulo, meglio inserirlo in coda alla pagina o prevedere uno spazio placeholder. Anche animazioni o transizioni dovrebbero essere pensate per non causare repentine ricomposizioni: usa trasformazioni CSS (
transform
,opacity
) invece di proprietà layout-critical (comeheight
omargin
) durante le animazioni, così i cambiamenti non ricalcano l’intero layout. - Font e FOUT/FOIT: I web font possono causare flash of unstyled text o flash of invisible text che alterano il flusso del contenuto. Utilizza
font-display: swap
per evitare testi invisibili (FOIT), e scegli font fallback con metriche simili al font personalizzato per ridurre differenze di dimensione (limitando il flash of unstyled text). Precarica i font chiave con<link rel="preload">
per accelerarne l’arrivo (nota: il preload riduce la durata del font di fallback ma non elimina del tutto un piccolo shift quando il font custom viene applicato). In casi estremi,font-display: optional
evita qualsiasi shift mostrando sempre il fallback se il font non è pronto in tempo. - bfcache e navigazioni: Come per LCP, anche per CLS il back/forward cache è un alleato: quando l’utente torna a una pagina precedente via bfcache, non avviene alcun ricaricamento né spostamento, la pagina è immediatamente stabile. L’introduzione del bfcache nei browser nel 2022 ha infatti portato globalmente a un miglioramento significativo dei punteggi CLS osservati. Verifica quindi tramite DevTools o API dedicate che le tue pagine siano eligibili per il bfcache e non contengano elementi che lo invalidano.
Ottimizzare First Input Delay (FID)
Il First Input Delay (FID) misura la reattività: ossia il tempo che intercorre tra la prima interazione dell’utente (clic, tap, pressione tasto) e il momento in cui il browser inizia effettivamente a rispondere a tale interazione. Un FID inferiore a 100 ms è ideale, sopra 300 ms è considerato scarso
Poiché il FID è un dato Field (reale) che dipende dal comportamento utente, migliorarlo significa assicurarsi che la pagina sia pronta ad accettare input rapidamente dopo il caricamento.
Le cause principali di un FID alto risiedono in un main thread bloccato da attività pesanti al caricamento (tipicamente JavaScript). Strategie avanzate per migliorare il FID includono:
- Ridurre ed ottimizzare il JavaScript: Evita di inviare troppo JS al client. Codici pesanti competono per l’uso del thread principale, rallentando la reattività. Analizza i bundle con strumenti di coverage per rimuovere codice inutilizzato. Applica tecniche di code splitting caricando in modo differito solo lo script necessario per l’above-the-fold, rimandando funzionalità secondarie. Se usi un tag manager, ripulisci periodicamente i tag e script non più in uso per snellire il payload. Meno script e più leggeri significano meno parsing, meno compilazione e meno tempo bloccante.
- Spezzare le operazioni lunghe (Long Tasks): Uno script o task che monopolizza il main thread per più di ~50 ms rischia di provocare latenze percepibili. Identifica con Performance API o Lighthouse le Long Tasks e suddividile in frammenti più piccoli, usando ad esempio
requestIdleCallback
o la Scheduler API (scheduler.yield()
per cedere il controllo). In questo modo il thread può gestire input utente tra un sotto-task e l’altro, anziché restare bloccato a lungo. L’utente avrà così l’impressione di un’interfaccia più responsiva. - Ottimizzare la fase di rendering: Anche pesanti ricalcoli di layout o painting possono ritardare l’interattività. Evita layout thrashing, ovvero accessi ripetuti al DOM che invalidano i calcoli di layout (leggere offset/padding seguiti da scritture stile in loop). Mantieni il DOM snello: un DOM molto voluminoso rende più costosi i calcoli di layout e render. Puoi utilizzare la proprietà CSS
content-visibility: auto
o altre forme di CSS containment per isolare sezioni della pagina e far sì che il browser possa saltare il rendering di elementi off-screen. Queste accortezze riducono il lavoro del rendering engine, lasciando più tempo alla gestione degli input. - Tecniche di caricamento asincrono: Carica gli script di terze parti in modo differito/asincrono se non strettamente necessari all’interactive. Ad esempio, gli script di analytics possono essere spostati in fondo o caricati dopo onload. Deferisci il JavaScript non immediato usando
defer
(oasync
se l’ordine non importa). Ciò garantisce che l’analisi dell’HTML e il rendering iniziale non vengano bloccati da JS inutile in fase critica, permettendo alla pagina di diventare interattiva prima. - Web Workers: Valuta di spostare calcoli pesanti fuori dal main thread usando i Web Workers. Un worker può eseguire in parallelo logica JavaScript (p.es. formattazione di dati, decodifica immagini, ecc.) senza interferire con il thread principale. Ad esempio, se la tua pagina deve processare molti dati al caricamento, farlo in un worker eviterà che l’UI si blocchi. Meno lavoro sul main thread = migliore FID.
- Idle until urgent: Applica il principio “svolgi lavoro solo quando serve”. Librerie come React 18+ e scheduler avanzati permettono di posticipare l’esecuzione di effetti o aggiornamenti non critici finché l’interfaccia non è stabile. In pratica, dai priorità all’interattività rispetto a calcoli di secondo piano. Ad esempio, un’app potrebbe ritardare il caricamento di componenti non visibili finché l’utente non scrolla in quell’area (approccio lazy hydrate). Così al load iniziale ci sono meno operazioni che impediscono di rispondere ai clic.
Errori comuni da evitare nelle ottimizzazioni
Anche con le migliori intenzioni, è facile commettere errori che vanificano gli sforzi di performance. Ecco alcuni tranelli comuni e come evitarli:
- Focalizzarsi su metriche di laboratorio ignorando i dati reali: Strumenti come Lighthouse aiutano a individuare problemi, ma i punteggi lab potrebbero non rappresentare l’esperienza reale degli utenti. Ad esempio, si può ottimizzare un sito per una connessione veloce desktop, ma utenti mobile con rete lenta potrebbero comunque soffrire. Soluzione: Monitora i dati field (es. Chrome UX Report, PageSpeed Insights sezione Field e Google Analytics) per avere conferma che le ottimizzazioni funzionino nel mondo reale.
- Ottimizzare solo alcuni aspetti trascurandone altri: Le Core Web Vitals sono interconnesse. Concentrarsi esclusivamente sull’ottimizzazione delle immagini potrebbe non bastare, se poi il TTFB rimane elevato o se c’è troppo JavaScript che blocca l’interazione. Soluzione: Adottare un approccio olistico. Migliorare LCP richiede di ottimizzare tutta la pipeline di caricamento (server, rete, render) e migliorare FID richiede sia meno JS che un rendering efficiente. Bilancia le attenzioni su back-end e front-end.
- Caricamento negligente di risorse terze: Tag manager, widget esterni, font multipli – tutti aggiungono peso e latenza. Un errore classico è inserire molte librerie JS (per tracking, ads, social) senza valutarne l’impatto: questi script possono bloccare il thread o introdurre layout shift (es. inserimento dinamico di annunci senza spazio riservato). Soluzione: Esegui un audit delle terze parti (puoi usare report Lighthouse o strumenti come WebPageTest). Rimuovi script non indispensabili, carica quelli necessari in maniera differita, e considera alternative più leggere (ad es. usare l’API Intersection Observer per caricare widget solo se stanno per entrare in viewport).
- Non impostare il caching correttamente: Un errore frequente è non sfruttare le intestazioni HTTP di cache. Senza caching, gli utenti di ritorno ricaricano interamente risorse che potrebbero essere servite dalla cache locale. Oppure all’estremo opposto, usare cache senza invalidazione corretta e servire contenuti obsoleti. Soluzione: Imposta header
Cache-Control
appropriati per asset statici (CSS, JS, immagini) con max-age elevati e fingerprint nei nomi file per invalidarli quando cambiano. Usastale-while-revalidate
per permettere al browser di usare una risorsa cache anche mentre ne recupera una versione aggiornata in background. - Ignorare il budget delle risorse: Ogni pagina dovrebbe rispettare un “budget” di peso (KB) e numero di richieste. Un errore è aggiungere nuove funzionalità (nuovi script o video) senza rimuovere qualcos’altro, facendo crescere il peso complessivo all’infinito. Soluzione: Definisci un performance budget (es: <1 MB totali, <50 richieste, LCP <2.5s) e integra controlli automatici nei flussi di sviluppo. Strumenti come Lighthouse possono fallire una build se i budget vengono sforati.
- Trascurare la priorità dei contenuti: Un errore è caricare risorse in ordine non ottimale – ad esempio, grandi script nel
<head>
che bloccano il caricamento di elementi critici visivi. Soluzione: Adotta il principio “prima il contenuto, poi gli extra”. Carica il CSS essenziale inline o nel<head>
, ma sposta gli script pesanti alla fine (o usadefer
). Precarica immagini cruciali e font above-the-fold, ma lazy-load tutto ciò che è below-the-fold. In generale, definisci una chiara sequenza di priorità nel caricamento: critico (essenziale per layout e interazione iniziale), differibile (utili ma non immediati), e post-caricamento (caricamenti di background).
Caching avanzato e riduzione dei tempi di caricamento
Implementare strategie di caching avanzato può migliorare notevolmente i tempi di caricamento per gli utenti ricorrenti e ridurre il carico sui server:
- Content Delivery Network (CDN): L’uso di una CDN è ormai best practice per siti globali. Le CDN distribuiscono copie cache dei contenuti statici su server in tutto il mondo, servendo gli utenti dal nodo più vicino. Ciò riduce la latenza fisica (TTFB più basso) e velocizza la consegna. Una CDN ben configurata gestisce anche automaticamente caching, compressione e TLS efficiente. Assicurati di configurare correttamente la cache sui tuoi endpoint (es. HTML può essere cacheable per pochi secondi con surrogate key per invalidare, mentre static assets con versioning possono avere cache molto lunghe).
- Cache del browser ottimizzata: Imposta header cache per far sì che le risorse statiche (JS, CSS, immagini, font) vengano memorizzate dal browser. Un utente che visita più pagine del sito non dovrebbe riscaricare le stesse risorse ogni volta. Usa
Cache-Control: max-age=31536000, immutable
per file versionati che non cambiano (es. app.js con hash) eCache-Control: no-cache
(con ETag) per contenuti dinamici che vuoi che il browser verifichi ma riusi se validi. In questo modo, navigazioni successive o refresh troveranno molto già in cache locale, migliorando drasticamente il tempo di caricamento percepito. - Service Worker e PWA: Per caching ancora più avanzato, un Service Worker può intercettare le richieste e servire risorse dalla cache custom (Cache API) anche quando l’utente è offline. Questo approccio, tipico delle PWA, permette ad esempio di cacheare dinamicamente le pagine o i dati API dopo la prima visita. Nelle visite successive, la risposta può essere servita istantaneamente dal SW (cache-first), aggiornandola in background. Attenzione: richiede logica accurata per invalidare e aggiornare i contenuti; tuttavia, per applicazioni con dati che cambiano raramente o per offrire esperienza offline, è molto potente.
- Caching applicativo e database: Ottimizzare il tempo di risposta server spesso implica caching a livello applicativo. Usa cache in-memory (Redis, Memcached) per risultati di query frequenti o per frammenti di pagina generati (fragment cache). Ad esempio, memorizzare in cache la home page HTML per qualche secondo può assorbire picchi di traffico senza dover rigenerare la pagina ad ogni richiesta. Questo micro-caching può dare un TTFB nell’ordine dei millisecondi per pagine ad alto traffico, migliorando l’LCP. Anche il database dovrebbe avere caching di query e usare indici appropriati, così da rispondere velocemente. Meno tempo speso dal server a generare contenuti = risposta che arriva prima al browser.
- Compressione e formati efficienti: Riduci al minimo la quantità di dati trasferiti. Abilita compressione Gzip/Brotli sul server per HTML, CSS, JS (Brotli spesso offre risultati migliori). Per le immagini, oltre ai formati moderni, valuta compressione lossless vs lossy in base al caso: un errore è inviare immagini con qualità superiore al necessario. Strumenti di ottimizzazione automatica (es. CDN con image optimization) possono fornire immagini ridimensionate e compresse on-the-fly in base alle dimensioni effettive di visualizzazione e al device, salvando kilobyte preziosi.
- Caricamento differito di risorse non indispensabili: Un’altra forma di “cache mentale” per l’utente è caricare ciò che serve quando serve. Ad esempio, lazy loading di immagini fuori dallo schermo (via
loading="lazy"
nativo o Intersection Observer) fa sì che il caricamento iniziale sia più leggero e veloce; le immagini verranno scaricate solo quando l’utente scorre vicino ad esse. Allo stesso modo, carica in modo asincrono i moduli o script di funzionalità secondarie al momento dell’interazione (es. il codice di una live chat solo quando l’utente clicca “Apri chat”). Queste tecniche non sono caching in senso stretto, ma evitano di “pesare” il caricamento iniziale, migliorando LCP/FID e in generale i tempi percepiti.
In sintesi, combinare caching lato client, caching lato server e caricamento intelligente garantisce che l’utente ottenga il contenuto il più rapidamente possibile, spesso direttamente da cache senza nemmeno consultare il server. Ciò riduce sia i tempi di caricamento che il carico sui sistemi, creando un circolo virtuoso di prestazioni.