Intelligenze Artificiali Cinesi: analisi sui nuovi tool rilasciati nei primi mesi del 2025

Immagine futuristica di uno scontro virtuale fra le Intelligenze Artificiali Cinesi e quelle Americane
Scendono in campo le AI Cinesi, inizia un'altra partita! Foto generata con Dall-E 3

Nei primi mesi del 2025 la Cina ha svelato una serie di modelli di intelligenza artificiale all’avanguardia – tra cui DeepSeek, Qwen 2.5, Goku AI, Kimi AI e Inhuman – che stanno rapidamente colmando il divario con i leader occidentali. Di seguito descriviamo ciascuno di questi modelli e analizziamo come si confrontano sia con le controparti occidentali (come OpenAI e Anthropic) sia tra di loro, valutandone l’impatto sul mercato globale.

I nuovi modelli AI cinesi di inizio 2025

DeepSeek: l’outsider che ribalta gli equilibri

Logo DeepSeek
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DeepSeek è una startup di Hangzhou che ha attirato l’attenzione globale con i suoi modelli DeepSeek-V3 e DeepSeek-R1. Queste IA open-source e gratuite hanno impressionato per due motivi: qualità e costo. Secondo l’azienda, le prestazioni sono alla pari (o superiori) dei modelli più avanzati di OpenAI o Meta, pur essendo state addestrate con risorse computazionali di gran lunga minori. Ad esempio, DeepSeek dichiara di aver speso meno di 6 milioni di dollari in hardware NVIDIA H800 per addestrare il modello V3– una cifra sorprendentemente bassa rispetto ai costi stimati dei modelli occidentali di punta.

Sul piano pratico, il chatbot DeepSeek AI Assistant ha rapidamente conquistato gli utenti: a gennaio 2025 è diventato l’app gratuita più scaricata sull’App Store USA, superando perfino ChatGPT​. La chiave del suo successo sta nell’efficienza: DeepSeek-R1 è fino a 20-50 volte più economico da utilizzare rispetto al modello di punta di OpenAI, a seconda del compito svolto​. Ciò significa che aziende e sviluppatori possono accedere a capacità AI elevate senza costi proibitivi. Queste caratteristiche – alte prestazioni, accessibilità gratuita e codice aperto – hanno fatto di DeepSeek il simbolo di una possibile nuova era dell’IA cinese, capace di ribaltare il predominio finora detenuto dagli Stati Uniti​.

Qwen 2.5: la risposta di Alibaba ai nuovi rivali

Qwen 2.5 (abbreviazione di “Quantum Wenyan”), sviluppato dal colosso Alibaba, rappresenta la seconda generazione e mezza del modello Tongyi Qianwen. Alibaba ha lanciato Qwen 2.5-Max nel gennaio 2025 come risposta diretta all’ascesa di DeepSeek​

Il modello è stato presentato in un momento insolito (durante le festività del capodanno lunare) a riprova di quanta urgenza ci fosse nel mostrare i progressi compiuti​

Secondo Alibaba, Qwen 2.5-Max supera DeepSeek-V3 e perfino GPT-4 (indicato come “GPT-4o”) in quasi tutti i benchmark

In altre parole, l’azienda afferma che questa versione aggiornata eccelle sia nel ragionamento che nella comprensione del linguaggio rispetto ai migliori modelli americani e ai nuovi venuti cinesi.

Dal punto di vista tecnico, Qwen 2.5 migliora il predecessore ampliando il dataset di addestramento e ottimizzando gli algoritmi di apprendimento

Il risultato è un modello di grandi dimensioni ad alte prestazioni, con varianti specializzate: ad esempio Qwen 2.5-Max per uso generale e una versione vision-language (Qwen 2.5-VL) in grado di analizzare testi e immagini insieme​

Qwen 2.5 si presta a molte applicazioni pratiche: assistenti virtuali in cinese e inglese, analisi di documenti complessi (anche con output strutturati come JSON​) e supporto alle aziende tramite il cloud Alibaba. A differenza di DeepSeek, che punta tutto sull’apertura, Qwen combina potenza bruta e il supporto di un gigante tech, mirando sia al mercato consumer sia a quello enterprise. Alibaba, insomma, vuole dimostrare di poter competere ad armi pari e riappropriarsi della leadership tecnologica minacciata dalle nuove startup.

Goku AI: il generatore di video targato ByteDance

Goku AI è il nome evocativo del nuovo modello di ByteDance (la società madre di TikTok) dedicato alla generazione di immagini e video a partire da prompt testuali. Presentato a febbraio 2025 e battezzato come l’eroe anime “Goku”, questo sistema punta a rendere la creazione di video realistici semplice quanto scrivere una descrizione​

​Goku è infatti un modello multimodale open-source che utilizza un’architettura Transformer ottimizzata (“rectified flow Transformer”) per migliorare la coerenza visiva dei contenuti generati​

In pratica, è in grado di produrre brevi videoclip (circa 4 secondi a 720p) con attori virtuali fotorealistici che seguono con precisione le istruzioni fornite​

Le potenzialità di Goku AI sono particolarmente interessanti per il mondo dei media e della pubblicità. ByteDance ha mostrato demo di Goku in cui, ad esempio, da un semplice prompt testuale viene creato un video promozionale con una persona che interagisce con un prodotto​

Il modello riesce a generare movimenti naturali di mani, espressioni facciali e gesti, dando vita a “attori digitali” credibili. Secondo l’azienda, Goku+ (una versione ottimizzata per l’advertising) potrebbe ridurre del 99% i costi di produzione di video pubblicitari, eliminando la necessità di set, attori in carne e ossa e riprese dal vivo. Pur avendo solo 2-8 miliardi di parametri (una dimensione contenuta per standard odierni), Goku ottiene punteggi elevati nei benchmark di settore (ad es. un punteggio 84,85 su VBench per il testo-to-video)​. Ciò dimostra un’efficienza notevole e sottolinea l’expertise di ByteDance nel campo dei contenuti generati da IA. In sintesi, Goku AI apre scenari in cui creare video su misura diventa immediato, cosa che potrebbe rivoluzionare sia i social media (pensiamo a TikTok) sia la produzione audiovisiva.

Kimi AI: il multitalento gratuito di Moonshot AI

Logo Kimi AI
Logo Kimi AI

Kimi AI 1.5 è un altro nome nuovo emerso sulla scena a febbraio 2025, sviluppato dalla startup cinese Moonshot AI. Nonostante Moonshot sia stata fondata solo nel 2023, è già considerata uno dei “tigri dell’IA” cinesi, avendo ottenuto finanziamenti da giganti come Alibaba e Tencent per una valutazione di 3 miliardi di dollari​

Kimi AI è presentato come un modello multimodale e poliglotta in grado di gestire testo, immagini e codice, e viene offerto gratuitamente al pubblico. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: superare i modelli di OpenAI e lo stesso DeepSeek in versatilità e prestazioni​.

Tra le caratteristiche che rendono Kimi unico spiccano:

  • Contesto amplissimo: Kimi può elaborare fino a 200.000 caratteri in un singolo prompt, contro i ~32.000 caratteri gestibili da GPT-4​. Ciò significa poter analizzare documenti lunghi, insiemi di file (PDF, Word, immagini) o conversazioni estese senza perdere il filo logico.
  • Ragionamento multimodale avanzato: Kimi eccelle nel combinare diverse fonti di informazione. Ad esempio, può incrociare una domanda testuale con l’analisi di un’immagine o con snippet di codice, fornendo risposte contestuali dove altri chatbot avrebbero difficoltà​. Questo lo rende utile non solo per chiacchierare, ma anche per compiti tecnici (debug di codice, risoluzione di problemi scientifici con formule e grafici, ecc.).
  • Accesso web in tempo reale: a differenza di ChatGPT, che si basa su conoscenze acquisite fino a una certa data, Kimi AI è in grado di navigare sul web e cercare informazioni aggiornate durante le sue risposte​. Può consultare oltre 1.000 siti in tempo reale, fungendo da assistente connesso sempre aggiornato. Questo lo rende paragonabile a un motore di ricerca intelligente integrato in un chatbot.
  • Apprendimento per rinforzo ottimizzato: Sul piano tecnico, il team di Moonshot ha sperimentato nuove tecniche di reinforcement learning per migliorare le capacità logiche del modello​​. I risultati sui benchmark di ragionamento e matematica sono stati notevoli, con Kimi k1.5 che raggiunge risultati al livello del miglior modello di OpenAI su test complessi (ad es. 77,5 su AIME, un difficile benchmark di ragionamento matematico)​.

In pratica, Kimi AI si presta a molteplici utilizzi: dal classico chatbot conversazionale all’analisi di dati aziendali, dalla risoluzione di problemi di programmazione all’assistenza creativa (grazie anche alla comprensione di input visivi). La sua gratuità e apertura abbassano la barriera d’ingresso per sviluppatori e utenti comuni. Non a caso Kimi viene già visto come un “disruptor” in grado di scuotere l’industria, analogamente a DeepSeek​

Se DeepSeek ha aperto la breccia, Kimi dimostra che altre startup cinesi sono pronte a seguirne le orme con approcci innovativi e caratteristiche inedite.

Inhuman: oltre i limiti dell’umano (il caso OmniHuman-1)

Con “Inhuman” ci riferiamo a un filone di IA cinese emergente che mira a replicare (o superare) le capacità umane in settori specifici. Un esempio emblematico è OmniHuman-1 di ByteDance – un modello multimodale presentato a febbraio 2025 – che potrebbe incarnare lo spirito di questa categoria. OmniHuman-1 è un’IA capace di generare video di persone realistiche a partire da un singolo input, ad esempio una foto del volto di qualcuno​

In pratica, basta un’immagine statica e un breve audio perché il modello produca un filmato in cui la persona ritratta parla e si muove in modo naturale, con corpo e gestualità completi. Questo risultato va oltre i classici “deepfake” concentrati solo sui volti: OmniHuman anima l’intero corpo – mani, postura, movimenti della testa – con coerenza e fluidità sorprendenti​.​

Tecnicamente, OmniHuman-1 (e in generale i modelli “Inhuman”) sfrutta reti di diffusione avanzate e training multimodale per apprendere come ricreare movimenti umani credibili da informazioni minime

Ad esempio, il modello è in grado di dedurre la prosodia e il labiale corretto da un file audio, e di abbinarli alla fisionomia estratta da una foto, generando un video dove quella persona recita un copione mai pronunciato nella realtà. Inoltre, è progettato per adattarsi a diversi formati e proporzioni (dalla verticale tipo smartphone al widescreen cinematografico) senza perdere qualità.

Le applicazioni pratiche di una tale IA “oltre l’umano” sono molteplici e, per certi versi, sorprendenti: creazione di avatar digitali per video aziendali o educativi, resurrezione virtuale di figure storiche in documentari, produzione automatica di filmati pubblicitari personalizzati con testimonial virtuali, fino a innovazioni nel cinema (immaginiamo comparse e attori generati dall’IA su larga scala). Ovviamente, simili capacità sollevano anche questioni etiche (sul fronte deepfake e autenticità dei media), ma dal punto di vista tecnologico rappresentano il punto più avanzato del tentativo di emulare l’essere umano. “Inhuman”, in questo contesto, non è un singolo prodotto bensì un concetto: l’idea che le nuove IA possano raggiungere livelli di performance difficilmente distinguibili – o addirittura superiori – a quelli umani in determinati compiti creativi e comunicativi.

AI cinesi vs. AI occidentali: differenze di tecnologia, approccio e capacità

L’ondata di innovazioni cinesi ha inevitabilmente riportato l’attenzione sul confronto Oriente-Occidente nel campo dell’AI. Per diversi anni, modelli come quelli di OpenAI (USA) – ad esempio GPT-4 dietro ChatGPT – o di Anthropic (Claude) hanno rappresentato lo stato dell’arte, beneficiando di enormi investimenti e di un ecosistema ricco di talenti e dati. Ora però i nuovi attori cinesi stanno colmando il gap con strategie differenti:

  • Apertura vs. chiusura: Molti modelli cinesi recenti sono open-source o gratuiti (DeepSeek R1, Kimi 1.5, Goku AI), mentre i modelli occidentali di punta tendono a essere chiusi e commerciali (ChatGPT/GPT-4 è proprietario e a pagamento per usi avanzati, Claude di Anthropic simile). L’approccio open dei cinesi abbassa i costi per gli utenti e consente alla comunità globale di ispezionare e migliorare i modelli​. Questo mindset ricorda quello di Meta con LLaMA o Stable Diffusion, ma applicato ora con risultati di altissimo livello. In occidente, OpenAI e altri sostengono la necessità di mantenere un certo controllo per ragioni di sicurezza e sostenibilità economica, mentre la Cina sembra puntare a una diffusione più ampia come leva per conquistare quote di mercato rapidamente.
  • Efficienza e costo: I modelli cinesi hanno mostrato un’attenzione straordinaria all’ottimizzazione delle risorse. Il caso DeepSeek è emblematico: ha raggiunto performance paragonabili a GPT-4 con hardware dal costo di pochi milioni di dollari, mentre si stima che OpenAI abbia speso decine (se non centinaia) di milioni per addestrare GPT-4. Ciò implica un vantaggio strategico: se un modello offre risultati simili ma costa molto meno da eseguire, può essere offerto a prezzi più bassi o gratis, mettendo pressione ai concorrenti occidentali. Non a caso, quando DeepSeek R1 ha debuttato scuotendo il settore, il valore in borsa di molte Big Tech americane (come Nvidia) ha subito contraccolpi e ci si è interrogati sull’efficacia di investire miliardi in enormi cluster di calcolo. Le aziende USA dominano ancora in termini di infrastrutture e chip avanzati, ma la Cina sta dimostrando di poter aggirare i limiti (imposti anche dalle sanzioni sulle esportazioni di chip) con soluzioni creative e software più intelligente.
  • Capacità e lingua: I modelli occidentali come GPT-4, Claude o Google PaLM hanno eccelso tradizionalmente nella gestione dell’inglese e in una vasta gamma di compiti (dalla programmazione al ragionamento). Le nuove IA cinesi hanno raggiunto la parità in molte di queste capacità e anzi mostrano punti di forza peculiari. Ad esempio, DeepSeek ha integrato fin da subito forti abilità di ragionamento logico e utilizzo di strumenti esterni (il suo modello R1 esegue ragionamenti step-by-step e può effettuare ricerche online in tempo reale, simile a come farebbe un utente umano). Kimi estende il contesto e combina media diversi, spingendo sul multimodale in un modo che GPT-4 standard (almeno nella versione disponibile al pubblico a inizio 2025) non offre. Dal lato occidentale, va detto che OpenAI e Anthropic non sono rimaste ferme: proprio a febbraio 2025 Anthropic ha lanciato Claude 3.7 “Sonnet”, e OpenAI lavora su GPT-4.5 e GPT-5 con elementi di chain-of-thought (ragionamento a catena) e multimodalità. La differenza è che i cinesi stanno colmando il ritardo in tempi record, passando da modelli inizialmente deludenti (Baidu Ernie Bot nel 2023) a modelli che in poco più di un anno competono alla pari​reuters.com. Inoltre, sul versante linguistico i modelli cinesi sono ovviamente eccellenti in lingua cinese (colmando un vuoto lasciato dai modelli USA addestrati principalmente su inglese), ma mostrano ottime capacità anche in inglese e altre lingue, rendendoli utilizzabili globalmente.
  • Approccio e filosofia: C’è anche una differenza di contesto normativo e culturale. In Occidente il dibattito etico e la regolamentazione (es. UE AI Act) spingono le aziende come OpenAI a muoversi con cautela, implementando forti filtri di sicurezza che a volte limitano ciò che il modello può o non può dire. In Cina, i nuovi modelli operano entro le linee guida governative (censurando contenuti politicamente sensibili domestici), ma per il resto adottano meno vincoli per essere più flessibili nelle risposte. Molti utenti hanno notato che modelli come DeepSeek o Kimi risultano meno “ingessati” rispetto a ChatGPT nelle conversazioni informali, anche se questo comporta potenziali rischi di usi impropri. L’atteggiamento generale della Cina è di considerare l’IA un settore strategico da spingere rapidamente: ciò porta le aziende a rilasciare modelli in rapida successione (accettando magari una fase iniziale di beta pubblico), mentre aziende come OpenAI tendono a rilasciare solo quando sono estremamente soddisfatte delle guardrail e delle performance. Due filosofie diverse: “muoversi veloce e sperimentare” vs “perfezionare e controllare”.

In sintesi, il confronto tra IA cinesi e occidentali oggi è molto più equilibrato di quanto fosse solo un anno fa. I modelli occidentali mantengono un vantaggio in termini di maturità d’uso (ecosistemi consolidati, integrazione in prodotti diffusi come Office 365, ecc.) e ancora dominano in alcuni ambiti di ricerca di frontiera. Ma i modelli cinesi hanno dimostrato di poter “innovare nell’innovazione“, trovando vie alternative per raggiungere risultati simili con meno risorse e con idee originali. Questa competizione sta beneficiando gli utenti finali, che vedono moltiplicarsi le opzioni di strumenti AI tra cui scegliere.

Confronto tra i modelli cinesi: punti di forza e differenze

Anche all’interno dell’ecosistema cinese, questi nuovi modelli non sono tutti uguali: ognuno ha punti di forza distintivi e scenari d’uso preferenziali. Vediamo un breve confronto:

  • DeepSeek vs. Kimi: Entrambi sono modelli generalisti mirati a conversazione e ragionamento, ma con approcci differenti. DeepSeek si è focalizzato su efficienza e semplicità d’uso, offrendo un chatbot immediato, open-source e integrabile ovunque, con un fortissimo impatto grazie al costo quasi zero​. Kimi, dal canto suo, punta sul super-set di funzionalità: oltre alla chat cerca di essere uno Swiss army knife dell’AI (contesto enorme, multimodalità, navigazione web). Possiamo vederla così: DeepSeek è come un’utilitaria affidabile accessibile a tutti; Kimi è una vettura high-tech con tutti gli optional. DeepSeek potrebbe risultare preferibile per implementazioni snelle (ad esempio piccole app, assistenti vocali su device a bassa potenza, data la sua leggerezza relativa), mentre Kimi brilla in compiti complessi dove servono capacità integrate (es. un ufficio stampa potrebbe usarlo per analisi di documenti corposi, generazione di report e ricerca web tutto insieme). In termini di performance pura, non esistono ancora valutazioni indipendenti complete: Moonshot sostiene che Kimi superi DeepSeek e ChatGPT, ma sarà il tempo a dire se questo si verifica in scenari reali. È probabile che per qualità linguistica (coerenza delle risposte in prosa) DeepSeek-V3 e Kimi 1.5 siano comparabili, mentre Kimi potrebbe avere un vantaggio nei compiti tecnici o multi-modali grazie alla sua progettazione su misura.
  • Qwen 2.5 vs. le startup (DeepSeek/Kimi): Qwen 2.5 rappresenta la big tech cinese in azione. Il suo punto di forza è l’enorme investimento alle spalle: modelli di dimensioni molto grandi (si parla di versioni fino a 70-100 miliardi di parametri), addestrati su corpus multilingue vastissimi e potenziati dall’accesso alle infrastrutture cloud di Alibaba. Nei benchmark interni, Alibaba mostra Qwen 2.5-Max in vantaggio su tutti​reuters.com, ma va considerato il contesto: Qwen è pensato anche per clienti enterprise e servizi Alibaba (come il commercio elettronico, dove può integrarsi per traduzioni, supporto clienti, analisi di dati aziendali). A differenza di DeepSeek e Kimi, Qwen non è completamente aperto – anche se Alibaba ha rilasciato alcune versioni più piccole per la comunità – e probabilmente incorpora filtri più rigidi per adeguarsi alle normative (Alibaba essendo quotata e di profilo internazionale è attenta a evitare passi falsi). In uso pratico, un utente comune potrebbe non notare grandi differenze di intelligenza tra Qwen 2.5 e gli altri due in una semplice chiacchierata. Ma un’azienda potrebbe preferire Qwen per affidabilità, supporto e integrazione: ad esempio, Qwen può essere già predisposto per connettersi alle basi di conoscenza aziendali su Alibaba Cloud, o garantire un certo livello di privacy dei dati. Al contrario, DeepSeek e Kimi, in quanto open, potrebbero essere scelti da sviluppatori per creare applicazioni personalizzate o da comunità che vogliono modelli da adattare (train/finetune) a scopi specifici.
  • ByteDance vs. Tencent vs. Baidu: ByteDance con Goku AI (e OmniHuman) e Tencent con il suo nuovo Hunyuan Turbo S stanno esplorando territori diversi. Goku AI esce dal dominio linguistico per specializzarsi nei contenuti visuali: qui il paragone va fatto con modelli come DALL-E 3 di OpenAI o Stable Diffusion. Goku sembra già eccellere nella qualità video e nella fedeltà al prompt​, offrendo un pacchetto completo open-source per generare sia immagini statiche sia video brevi. Questo lo rende il preferito in scenari creativi: designer, marketer o creator possono utilizzare Goku per prototipare spot o visual dinamici. Non ha un vero corrispettivo tra gli altri modelli cinesi citati, che sono focalizzati sul testo (anche se Kimi include la comprensione di immagini, non genera però video). Hunyuan Turbo S di Tencent, lanciato a fine febbraio, è invece un modello linguistico che punta tutto sulla velocità di risposta: Tencent afferma che Turbo S risponde in meno di un secondo ai prompt, risultando molto più rapido di DeepSeek-R1 e di altri modelli che “pensano più lentamente”. Ciò è utile in applicazioni di servizio clienti o interattive ad alta frequenza, dove ogni frazione di secondo conta. Turbo S avrebbe prestazioni di reasoning paragonabili a DeepSeek-V3, ma con tempi di latenza inferiori. Questa ottimizzazione mostra un’altra dimensione della competizione: efficienza temporale oltre che computazionale. Tencent e ByteDance, grandi aziende non citate esplicitamente nella domanda, vanno comunque considerate parte del panorama: competono anch’esse per non restare indietro (Baidu, ad esempio, sta preparando Ernie 4.5 in risposta​). Dunque nella “lega cinese” abbiamo specializzazioni: c’è chi spinge sul multi-modale (ByteDance), chi sul tempo reale (Tencent), chi sulla potenza bruta (Alibaba), chi sull’accessibilità disruptive (startup come DeepSeek e Moonshot).
  • Inhuman/OmniHuman vs. Goku: Entrambi toccano il campo generativo non-testuale. OmniHuman-1 è focalizzato sull’essere umano virtuale (video di persone), mentre Goku è più generalista sui video (può generare anche scene astratte, paesaggi con astronauti come nelle demo, oppure persone in situazioni di prodotto​). Inhuman/OmniHuman è strumento altamente specializzato, forse più vicino a settori come cinema, gaming (NPC realistici) o comunicazione – praticamente un livello successivo di deepfake controllato dall’utente. Goku invece può essere usato per storytelling visivo amatoriale o professionale. Un potenziale utente potrebbe utilizzare OmniHuman per, ad esempio, creare un presentatore virtuale di notiziari partendo dal proprio volto (o da un attore sintetico), mentre userebbe Goku per generare scenari e ambientazioni video da contorno (es. lo sfondo animato, l’ambientazione fantascientifica con attori virtuali generici). ByteDance in effetti potrebbe unire le due cose in futuro (Goku + OmniHuman) per fornire una piattaforma completa di generazione video.

Riassumendo, tutte queste AI cinesi non si sovrappongono completamente ma si complementano: alcune eccellono in chat e Q&A (DeepSeek, Kimi, Tencent Turbo), altre in multimedia (Goku, OmniHuman), altre ancora puntano al mercato business (Qwen di Alibaba). Questa diversificazione indica un ecosistema in fermento e altamente competitivo internamente. Ogni attore cerca un vantaggio specifico – che sia la velocità, la multimodalità, la qualità massima o la gratuità – contribuendo nel complesso a far progredire l’AI cinese su tutti i fronti.

Impatto sul mercato globale e scenari futuri

L’arrivo di queste nuove AI cinesi ha già avuto un forte impatto sul mercato globale dell’IA, sia in termini economici sia strategici. Ecco le principali conseguenze e tendenze osservabili:

  • Competitività e calo dei prezzi: La “gara” tra modelli sta beneficiando utenti e aziende di tutto il mondo. DeepSeek ha costretto concorrenti occidentali e cinesi ad abbassare i costi d’uso: la sua politica open e low-cost ha spinto persino colossi come Tencent a rivedere i prezzi dei propri servizi cloud AI, con tariffe per milioni di token output ridotte a pochi centesimi (in RMB)​. Allo stesso tempo, OpenAI ha tagliato i costi delle API di GPT-3.5 e GPT-4 di recente, segno che la concorrenza è sentita. In poche parole, l’AI sta diventando più accessibile economicamente man mano che nuovi attori entrano in gioco con offerte aggressive.
  • Fine del monopolio intellettuale occidentale?: Se fino al 2022-2023 si guardava quasi esclusivamente a San Francisco o a Seattle per le ultime novità in fatto di AI generativa, ora anche Pechino, Hangzhou e Shenzhen sono fucine di innovazione. Silicon Valley non ha più il monopolio dell’IA: questa pluralità potrebbe accelerare i progressi, con un effetto “ping-pong” tra innovazioni cinesi e occidentali. Ad esempio, dopo DeepSeek R1 gli ingegneri di OpenAI e Google hanno analizzato con attenzione la sua architettura, e potrebbero adottarne alcune idee (si vocifera di modelli OpenAI futuri capaci di ragionamento step-by-step più efficiente, forse anche ispirati dal successo di AIME dove i cinesi eccellono). D’altro canto, aziende cinesi come ByteDance stanno apprendendo dalle esperienze americane in termini di scalabilità e deployment globale. Il risultato probabile è una convergenza verso l’alto: ciascuna parte spingerà l’altra a migliorare per non restare indietro.
  • Reazione dei mercati finanziari: L’effetto sorpresa di queste AI cinesi ha generato movimenti anche in borsa e negli investimenti. A fine gennaio, notizie come il sorpasso di ChatGPT da parte di DeepSeek in classifica app e i suoi costi rivoluzionari hanno contribuito a un calo delle azioni di big del tech legate all’AI (come Nvidia, Microsoft, ecc.), per timori che i loro piani multimiliardari possano venire ridimensionati​. Allo stesso tempo, i capitali di venture capital si stanno interessando sempre più alle startup AI cinesi, intravedendo opportunità di crescita enormi (specialmente se i modelli cinesi iniziano a penetrare anche il mercato globale fuori dalla Cina). Dati Crunchbase di gennaio mostrano comunque che, sebbene DeepSeek abbia “rubato la scena”, la maggior parte dei finanziamenti AI è ancora andata a startup USA nello stesso periodo. Questo indica che siamo in una fase di ridefinizione degli equilibri: gli investitori ora considerano la Cina un terreno fertile per l’AI, il che potrebbe portare a più raccolta di fondi e nuove imprese cinesi nel settore.
  • Ruolo nel settore e adozione globale: È plausibile che alcune di queste AI cinesi diventino pilastri del settore al pari dei modelli occidentali. DeepSeek, ad esempio, essendo open source, è già stato adottato da sviluppatori in tutto il mondo: può essere integrato in applicazioni internazionali senza costi di licenza, favorendo una diffusione rapida. Addetti ai lavori in Silicon Valley hanno elogiato pubblicamente la qualità di DeepSeek-V3 e R1​, un fatto inedito per un prodotto cinese, e alcune aziende americane sperimentano l’uso di questi modelli open come alternativa o complemento a quelli di OpenAI. D’altro canto, modelli come OmniHuman aprono nuovi segmenti di mercato (ad es. servizi di virtual influencer o produzioni video automatizzate) in cui finora non c’era un attore dominante. La competitività globale di queste IA dipenderà anche da come verranno distribuite: Alibaba potrebbe offrire Qwen 2.5 sul suo cloud internazionale, ByteDance potrebbe integrare Goku in TikTok per tutti gli utenti, ecc. Se ben orchestrata, la presenza cinese nell’AI potrebbe diventare ubiqua così come lo sono diventati gli smartphone cinesi (es. Huawei, Xiaomi) nel mondo qualche anno fa.
  • Geopolitica e regolamentazione: L’ascesa delle AI cinesi avviene in un contesto geopolitico teso. Da un lato, il governo cinese sostiene fortemente queste iniziative, vedendo nell’AI un campo in cui primeggiare malgrado le restrizioni occidentali (il fondatore di DeepSeek è stato invitato a un simposio dal premier cinese il giorno del lancio di R1, a sottolineare l’importanza nazionale della cosa). Dall’altro lato, in Occidente si discute se porre limiti o meno all’uso di modelli stranieri per motivi di sicurezza o dipendenza tecnologica. Ad oggi, nulla vieta a un utente italiano o americano di usare liberamente DeepSeek o Kimi – e infatti milioni lo stanno già facendo. Bloccare un modello open-source è praticamente impossibile (il codice è pubblico e replicabile), come osservano alcuni esperti​. Ciò potrebbe portare a un’evoluzione interessante: collaborazioni intercontinentali su AI open source (sviluppatori da tutto il mondo che contribuiscono a migliorare questi modelli) e, al contempo, un ripensamento delle politiche. Gli USA potrebbero accelerare ancora di più i propri programmi di ricerca (già Elon Musk con xAI e Meta con nuovi modelli open stanno reagendo), mentre l’Europa potrebbe investire di più in AI domestiche per non restare schiacciata tra USA e Cina.
  • Benefici per i consumatori e le imprese: In ultima analisi, la “nuova via” aperta dalle AI cinesi sta democratizzando l’accesso all’intelligenza artificiale. Piccole imprese che non potevano permettersi le API costose di GPT-4 ora hanno alternative gratuite o a basso costo con prestazioni simili. Creativi e sviluppatori dispongono di una cassetta degli attrezzi più ricca: possono scegliere l’IA migliore per un compito specifico (magari ChatGPT per riassumere un testo, DeepSeek per generare codice o risolvere un problema di logica, Goku per un video promozionale, e così via). Questa specializzazione e concorrenza spinge tutti i fornitori a migliorare la qualità e aggiungere funzionalità: ad esempio OpenAI sta lavorando a funzioni multimodali e di navigazione web (come il plugin browsing) anche in risposta alla concorrenza; Google ha accelerato l’integrazione di Bard/PaLM in tutti i suoi servizi per non perdere terreno. È un momento estremamente dinamico: in pochi mesi si è passati da uno scenario dominato da pochi grandi player americani a un ecosistema globale più aperto e variegato.

Conclusioni

In conclusione, le AI cinesi emerse tra gennaio e febbraio 2025 – DeepSeek, Qwen 2.5, Goku, Kimi e “Inhuman/OmniHuman” – segnano una svolta importante nel panorama dell’intelligenza artificiale. Ognuna con le sue peculiarità, stanno ridefinendo gli standard di ciò che è possibile fare con l’IA, costringendo i competitor occidentali ad accelerare e aprendo nuovi orizzonti applicativi. Per il pubblico e le imprese, questa “rinascita tecnologica” made in China può tradursi in strumenti più potenti, accessibili e diversificati. Resta da vedere come evolverà questa competizione: se si manterrà su binari virtuosi di innovazione reciproca o se darà luogo a divisioni (ad esempio ecosistemi cinesi e occidentali separati). Nel frattempo, però, una cosa è chiara: il 2025 si è aperto all’insegna di una vibrante rivalità tecnologica che sta portando l’intelligenza artificiale in una nuova fase, sempre più globale e ricca di protagonisti. Il mondo dell’AI non è mai stato così interessante – e queste nuove AI cinesi hanno certamente contribuito a renderlo tale.

E tu, quale di queste nuove AI cinesi trovi più interessante? Hai già avuto modo di provarne qualcuna o pensi che possano davvero competere con OpenAI e Anthropic? Lascia un commento qui sotto con la tua opinione! E se vuoi restare aggiornato sulle ultime novità in tema AI, continua a seguire il blog—ci saranno altre analisi approfondite nei prossimi articoli!

Fonti per Approfondire:

DeepSeek e impatto​

​Qwen 2.5 di Alibaba​

ByteDance Goku e OmniHuman​

Kimi AI di Moonshot​

Confronto con modelli occidentali​

​Tencent Turbo S e competizione domestica​

Valutazioni e contesto di mercato​​