Nata all’inizio degli anni 2000, Skype è stata una delle prime applicazioni di messaggistica e chiamate globali, capace di rivoluzionare il modo in cui comunicavamo a distanza. Prima di Skype, chiamare amici o familiari all’estero significava affrontare costose tariffe telefoniche (il famigerato roaming internazionale). Con Skype, invece, bastava una connessione Internet per parlare e persino vedersi in video senza costi aggiuntivi per la distanza.

Questa semplice ma potente innovazione“chiamare gratis” via web – ha reso Skype rapidamente popolare in tutto il mondo. Microsoft stessa, annunciandone la chiusura, ha riconosciuto che Skype è stato “parte integrante nel plasmare le comunicazioni moderne”, segnando innumerevoli momenti significativi nelle vite degli utenti.

In questo articolo ripercorriamo la storia di Skype, dalla sua nascita come pioniera delle chiamate online, attraverso l’evoluzione e le sfide affrontate negli anni, fino al suo declino e all’addio ufficiale avvenuto il 5 maggio 2025.

Le origini di Skype: chiamate senza confini

Skype nasce nell’agosto 2003 da due imprenditori scandinavi (lo svedese Niklas Zennström e il danese Janus Friis) insieme a un team di sviluppo estone.

Fin dalle origini, l’obiettivo era chiaro: consentire chiamate vocali gratuite tra utenti di tutto il mondo tramite Internet. All’epoca questo era rivoluzionario – significava liberarsi dai costi al minuto e dagli scatti alla risposta delle compagnie telefoniche tradizionali. In breve tempo, milioni di persone iniziarono a usare Skype per parlare con parenti, amici o colleghi lontani, godendo di una qualità audio spesso migliore di quella delle linee telefoniche. Pensate che io stesso chiamavo i miei parenti in Argentina e in Inghilterra senza dover ricorrere a schedine telefoniche particolari. Già nel primo anno, Skype introdusse funzionalità pionieristiche: oltre alle chiamate VoIP (Voice over IP), offriva una chat testuale integrata e la possibilità di scambiarsi file. Nel 2005 arrivò anche la videochiamata – poter vedere in diretta video l’interlocutore dall’altra parte del mondo divenne un nuovo standard di comunicazione, allora una novità assoluta per il grande pubblico. Skype fu tra le prime piattaforme a rendere le videochiamate diffuse e alla portata di tutti.

Parallelamente, il servizio ampliava le sue offerte: nacquero SkypeOut (per chiamare telefoni fissi o cellulari tradizionali a tariffe bassissime) e SkypeIn (per ottenere un numero telefonico su cui ricevere chiamate in Skype). In pochi anni Skype divenne sinonimo di chiamata online. Il suo nome entrò nel linguaggio comune e “skypeare” qualcuno significava già fare una videochiamata. Entro la fine degli anni 2000, la piattaforma contava centinaia di milioni di utenti registrati a livello globale. Un dato su tutti: attorno al 2010 Skype aveva circa 170 milioni di utenti connessi almeno una volta al mese e oltre 200 miliardi di minuti di conversazioni voice/video accumulate in un anno. Questo successo attirò inevitabilmente l’attenzione dei grandi attori del settore.

Crescita, acquisizioni e nuove funzionalità

Il boom di Skype non passò inosservato. Nel settembre 2005 il colosso delle aste online eBay acquistò Skype per 2,6 miliardi di dollari, con l’idea di integrare le chiamate tra venditori e acquirenti sulla propria piattaforma. L’integrazione con eBay però non decollò mai davvero, e qualche anno dopo eBay cedette la maggioranza di Skype a un gruppo di investitori. Ma il passaggio più significativo avvenne nel maggio 2011, quando Microsoft acquistò Skype per 8,5 miliardi di dollari. Fu un’acquisizione storica (all’epoca la maggiore di Microsoft), motivata dalla volontà di Redmond di rafforzare la propria posizione nelle comunicazioni online.

Dopo l’ingresso in Microsoft, Skype continuò ad evolversi: l’azienda integrò il servizio nel suo ecosistema e lo rese parte centrale della strategia di comunicazione. Già nel 2013 Microsoft chiuse il vecchio MSN/Windows Live Messenger, migrando tutti i suoi utenti su Skype. Per milioni di persone, Skype divenne così la piattaforma principale per chat e chiamate, ereditando di fatto la comunità di Messenger. Nel frattempo, Skype arrivò anche su smartphone e tablet (con app dedicate per iOS e Android) e persino sulle console da gioco e smart TV, ampliando la sua presenza oltre il PC.

Le funzionalità storiche di Skype nei suoi anni d’oro possono essere riassunte così:

  • Chiamate vocali gratuite tra utenti Skype ovunque nel mondo, senza costi di distanza.
  • Videochiamate uno-a-uno (e successivamente anche di gruppo), che hanno reso la comunicazione “faccia a faccia” possibile anche a migliaia di chilometri di distanza.
  • Messaggistica istantanea e condivisione file, integrando chat testuale, invio di documenti, immagini e altri file durante le conversazioni.
  • Chiamate verso telefoni fissi e mobili a basso costo tramite SkypeOut e numeri Skype, eliminando di fatto il concetto di roaming internazionale.
  • Funzioni di presenza e contatti, con un elenco amici/colleghi e stato online, che per molti hanno anticipato l’era dei social network in termini di connettività globale.

Skype nell’era Microsoft: innovazione (anche AI) e difficoltà

All’inizio, l’acquisizione da parte di Microsoft sembrò dare nuovo impulso a Skype. Il servizio venne integrato in Windows (preinstallato su milioni di PC) e collegato con altri prodotti Microsoft come Outlook e Xbox. Nel 2014 l’azienda mostrò al mondo una delle sue innovazioni più affascinanti: Skype Translator, un sistema di intelligenza artificiale capace di tradurre in tempo reale le conversazioni vocali in lingue diverse. Questa funzione – inizialmente in versione preliminare – fu poi integrata per tutti gli utenti nel 2015, permettendo per esempio a un madrelingua inglese e uno italiano di parlarsi ognuno nella propria lingua, con traduzione simultanea durante la chiamata. Si trattava di un notevole progresso tecnologico, frutto della ricerca Microsoft in ambito AI, che rendeva concreta la visione di abbattere non solo le distanze ma anche le barriere linguistiche.

Oltre alla traduzione automatica, Microsoft sperimentò altre integrazioni innovative in Skype negli anni 2010. Furono introdotti bot intelligenti in chat e persino l’assistente virtuale Cortana venne integrato per suggerire risposte rapide o aiutare a fissare promemoria durante le conversazioni. L’obiettivo era tenere Skype al passo con tempi dominati da app più “smart” e moderne.

Nel 2017 Skype subì un importante restyling cercando di assomigliare maggiormente ai social network emergenti: vennero aggiunte Storie e altre funzioni “frizzanti” per attirare i più giovani. Tuttavia, queste mosse di rinnovamento non ebbero l’effetto sperato. Le novità – dalle funzioni basate su AI agli elementi di design mutuate dai social – non riuscirono a invertire la tendenza di un utilizzo in calo. Gli utenti affezionati a Skype criticavano spesso questi cambiamenti, ritenendoli orpelli inutili che complicavano l’interfaccia, mentre il pubblico più giovane ormai preferiva altre piattaforme più alla moda. In pratica, malgrado gli sforzi, Skype non riuscì a rivivere l’appeal che aveva avuto nei suoi primi anni.

L’avanzata della concorrenza e il declino di Skype

Mentre Skype tentava di innovarsi, tutt’intorno cresceva una nuova generazione di piattaforme di comunicazione. Sul fronte delle chat e chiamate personali, app come WhatsApp (acquistata da Facebook) e Facebook Messenger offrivano messaggi e chiamate direttamente dallo smartphone, integrate con la rubrica telefonica e senza bisogno di account separati. Per le videochiamate “one-click” tra amici spopolavano FaceTime per gli utenti Apple e Google Hangouts/Meet per gli utenti Android/Gmail. Skype, pensato originariamente per il computer, faticava a reggere il passo nell’era mobile-first.

Nel mondo aziendale e della collaborazione professionale, nel frattempo, stavano emergendo strumenti più orientati al lavoro in team: Slack ridefinì la messaggistica interna aziendale, e Microsoft stessa lanciò nel 2017 Teams, integrandolo con Office 365.

Ma soprattutto, un evento imprevisto accelerò i cambiamenti: la pandemia di Covid-19 nel 2020. Improvvisamente miliardi di persone si ritrovarono a dover lavorare, studiare e mantenere i contatti da remoto. Questo periodo fu un banco di prova cruciale per tutte le piattaforme di videoconferenza. Skype, che pure era un nome noto da anni, si fece trovare meno pronta di altri competitor. Servizi come Zoom con un’interfaccia semplice e link immediati per entrare nelle riunioni conquistarono il grande pubblico durante il lockdown. Anche Google Meet (e più tardi Zoom stesso e Teams per uso personale) offrirono versioni gratuite facili da usare. Skype, pur registrando un aumento di utilizzo all’inizio della pandemia, venne rapidamente percepita come una soluzione più macchinosa rispetto alle nuove arrivate.

I numeri raccontano bene questo declino: Skype raggiunse circa 40 milioni di utenti attivi al giorno all’inizio del 2020, ma è scesa a soli 36 milioni nel 2023, segno di una perdita progressiva di utenti a favore di piattaforme concorrenti. In passato Skype vantava centinaia di milioni di utenti registrati (oltre 300 milioni secondo alcune stime storiche), ma nell’ultimo periodo il suo zoccolo duro di utilizzatori abituali si era molto ridotto. In altre parole, Skype è passata dall’essere il sinonimo di chiamata via Internet a un servizio utilizzato da una minoranza, spesso per particolari esigenze (come chiamare telefoni tradizionali a basso costo) o da chi era rimasto affezionato alla piattaforma. Le nuove generazioni – come la Gen Alpha – sono cresciute direttamente con altri strumenti di comunicazione e potrebbero aver conosciuto Skype solo di nome, magari perché utilizzato dai loro genitori.

L’addio ufficiale: Skype chiude e passa il testimone a Teams

Negli ultimi anni era diventato sempre più chiaro che Microsoft puntava tutto su Teams come piattaforma unica per comunicazione e collaborazione, sia per il lavoro che per l’uso quotidiano. Già dal 2019 la versione aziendale Skype for Business era stata gradualmente sostituita da Teams all’interno dell’offerta Microsoft 365. Skype nella versione consumer, però, era rimasta attiva come servizio separato – almeno fino agli inizi del 2025. Dopo vari indizi (pochi aggiornamenti significativi, integrazione di Teams direttamente in Windows 11, etc.), la notizia è infine diventata ufficiale: Microsoft ha annunciato la cessazione definitiva di Skype a partire dal 5 maggio 2025. Questo segna la fine di un’era per uno dei servizi più iconici della comunicazione via Internet.

Nel comunicato, l’azienda ha spiegato che la decisione rientra nella strategia di consolidare le soluzioni e concentrarsi su un’unica piattaforma moderna (Teams) capace di evolversi più rapidamente secondo le esigenze degli utenti. Di fatto, le funzioni principali di Skype – chat, chiamate singole o di gruppo, videochiamate e condivisione di file – sono già disponibili in Microsoft Teams, che offre anche strumenti avanzati come la gestione di riunioni pianificate, calendari integrati e community online. Teams è diventato il vero centro della comunicazione per Microsoft, con centinaia di milioni di utilizzatori.

Per gli utenti affezionati a Skype, Microsoft ha previsto un periodo di transizione indolore: è possibile accedere a Teams (versione gratuita) con le stesse credenziali del proprio account Skype, ritrovando automaticamente i propri contatti e le chat salvate. In pratica, passando a Teams si può “riprendere da dove si era lasciato” senza perdere le conversazioni storiche. Inoltre, chi non volesse utilizzare Teams può esportare i dati di Skype (chat, cronologia chiamate) entro una certa data. Anche le funzionalità a pagamento di Skype, come il credito per chiamare i numeri telefonici, confluiscono in Teams tramite la Skype Dial Pad integrata. Va sottolineato che Skype for Business Server (la versione on-premise per aziende) continuerà a funzionare per qualche tempo ancora, quindi la dismissione riguarda soprattutto il servizio consumer pubblico.

Conclusioni

Con questo passaggio di testimone, Skype conclude la sua corsa dopo 22 anni. È un momento agrodolce: da un lato si chiude definitivamente un capitolo importante della storia di Internet – Skype ha permesso a famiglie di restare in contatto attraverso continenti, a studenti di praticare lingue straniere con amici all’estero, e persino a aziende di avviare il telelavoro ante-litteram. Dall’altro lato, il mondo tech va avanti: le esigenze odierne di comunicazione richiedono integrazione con tanti altri strumenti (dalla condivisione di documenti alla realtà virtuale) e servizi come Teams cercano di offrire un’esperienza più completa e al passo coi tempi. Skype resterà nella nostra memoria come un pioniere che ha cambiato per sempre il modo in cui comunichiamo a distanza, aprendo la strada alle odierne piattaforme di videochiamata. Ma ogni epoca tecnologica ha i suoi protagonisti: ora tocca a Teams raccogliere l’eredità e portare avanti la missione di connettere il mondo, costruendo sulle fondamenta gettate da Skype all’alba del XXI secolo.

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Fonti per Approfondire: